Luc Sturzenegger percorre con piacere il vasto Megastore Coop a Rennaz (VD), luminoso e appena rinnovato a marzo 2023. Il concetto si chiama allestimento 2025+: "Ci si sente un po’ come in una piazza di mercato, vero?", chiede lo specialista energetico di Coop nella Svizzera romanda in occasione della nostra visita.
Per illustrare le sue parole, invita ad entrare nella "cantina dei formaggi" dove si allineano le mole, passa davanti all’armadio in vetro dove siedono imponenti fette di costolette di manzo, per poi fermarsi davanti al banco di pesci e crostacei posati su un letto di gelato. Quando tira fuori un sacchetto di spinaci da una vaschetta di congelazione, si capisce quanto sia fondamentale la catena del freddo in un negozio dove ogni settimana si approvvigionano oltre 10’000 clienti: a Rennaz, circa il 40% degli oltre 30’000 articoli viene raffreddato a temperature comprese tra -22 e +13 °C.
Complessivamente, Rennaz conta 218 metri lineari per i mobili frigoriferi, le celle frigorifere, le celle di congelamento e la produzione di gelato nella pescheria. Il tracciamento delle temperature viene effettuato tramite sonde e raccolto in un sistema centralizzato chiamato "Gateway"; è consultabile su più giorni. Qualsiasi difetto/lacuna che possa verificarsi fa scattare un allarme presso i frigoriferi per un intervento rapido al fine di garantire la qualità di questa catena del freddo essenziale per un supermercato.
L’impegno di Coop per la sostenibilità
Il freddo è di competenza di Steve Widmer. Il direttore di filiale di Frigo Consulting SA, lo studio di ingegneria della tecnica del freddo che da oltre 20 anni fornisce consulenza a Coop per progetti di refrigerazione, ci mostra la centrale frigorifera al piano terra. L’impianto è nuovo di zecca, ha una potenza di 222 kW, è costato circa 1,25 milioni di franchi e rientra "in una strategia di sviluppo sostenibile con i benefici di una riduzione dei consumi energetici, dei costi di esercizio e dell’eliminazione dei refrigeranti con un elevato potenziale di riscaldamento globale", spiega Luc Sturzenegger.
Infatti, il vecchio sistema, installato 20 anni fa, consumava complessivamente 937’400kWh/anno (confronto fatto con e gli stessi metri lineari), mentre con il nuovo sistema il consumo è dimezzato (436’000kWh, meno 56%). La riduzione delle emissioni di CO₂ ammonta quindi a 501’400 kWh/anno, pari a una riduzione di 77’215 kg CO₂/anno. Il refrigerante sintetico è stato sostituito da un refrigerante naturale, la CO₂.
Secondo Luc Sturzenegger, il vecchio sistema avrebbe potuto funzionare ancora per cinque o sette anni; non c’erano incidenti né perdite da segnalare. "La sostituzione riflette la volontà di Coop di impegnarsi a favore dell’ambiente", sottolinea il manager specializzato che lavora per il gruppo da 38 anni.
L’incoraggiamento della Fondazione KliK
Questo impegno ha un costo al momento dell’investimento che non è sempre facile da realizzare, come conferma Steve Widmer: «Come ingegnere, constato che il passaggio da un fluido sintetico a uno naturale difficilmente si sviluppa, soprattutto negli impianti di piccole e medie dimensioni." Esistono tuttavia sussidi per questo tipo di investimento: la Fondazione per la protezione del clima e la compensazione di CO₂ KliK promuove la sostituzione anticipata degli impianti HFC con sussidi che coprono in media tra il 20 e il 50% dei costi di investimento, a seconda della quantità di gas a effetto serra recuperata; per la sostituzione del refrigerante, le sovvenzioni possono salire fino al 90%.
Nel caso di Rennaz, il sussidio per la trasformazione e la sostituzione anticipata di circa 90’000 franchi è economicamente interessante, soprattutto se si tiene conto della totalità dei costi energetici, di esercizio, di manutenzione e di ricarica del refrigerante. Si inserisce quindi perfettamente nella strategia di Coop che modernizza i propri punti vendita a intervalli regolari e definisce i propri progetti nell’ambito di una pianificazione pluriennale. Luc Sturzenegger: "Il contributo consente di ammodernare altri progetti che altrimenti avrebbero dovuto attendere".
Steve Widmer, sulla base della sua esperienza di ingegnere, è molto più che sufficiente: "Il sostegno attraverso i sussidi della Fondazione KliK sulla base della legge sulla CO₂ può davvero aiutare le aziende che non hanno i mezzi per investire una tale somma in una volta, a fare il grande passo. Ciò è tanto più importante se si considera che il costo di un nuovo impianto con fluidi ecologici può quasi raddoppiare nel caso di impianti di piccole e medie dimensioni. È addirittura fondamentale se si considera la situazione economica che sta facendo salire i prezzi delle energie fossili".
"Come ingegnere, constato che il passaggio da un fluido sintetico a uno naturale difficilmente si sviluppa, soprattutto negli impianti di piccole e medie dimensioni. Qui possono essere d’aiuto i programmi di incentivazione della Fondazione KliK.
La sostituzione dell’impianto di Rennaz fa parte di una strategia globale di rinnovamento dell’intero parco di 204 negozi nella Svizzera romanda entro il 2030. 52 negozi Coop sono già stati allestiti secondo il nuovo concept 2025+, 152 impianti devono ancora essere realizzati. Poiché l’intero parco impianti non può essere completamente rinnovato in un breve periodo per motivi di capacità e finanziari, in alcuni punti vendita viene sostituito solo il refrigerante sintetico, in particolare l’R404A.
Tra ottobre 2023 e aprile 2024, Coop Svizzera romanda procederà alla sostituzione di circa 35 impianti. Questa sostituzione consentirà a Coop di ridurre la propria impronta di carbonio ed evitare penurie di refrigeranti sintetici a partire dal 2025. Essa è inoltre promossa da un programma della Fondazione KliK.
La sostenibilità oltre il freddo
Ma torniamo a Rennaz, dove Steve Widmer illustra il concetto di sostenibilità che va oltre il freddo con tutti gli scarichi termici utilizzati per produrre energia – gratuitamente. Coprire il fabbisogno di acqua calda sanitaria e di riscaldamento grazie al freddo commerciale è d’altronde l’obiettivo di Coop per tutti i suoi negozi.
L’elettricità necessaria per la produzione del freddo a Rennaz proviene dal tetto. Su una superficie di 3900 m2 si estendono targhette fotovoltaiche davanti allo splendido panorama delle montagne dello Chiablese vodese.